Que onda pinchesviajeros como estan? Oggi parleremo del famoso problema delle alghe.
Il problema delle alghe sulle coste del Quintana Roo e del Belize è reale e serio.
Sinceramente, non per fare lo splendido, ma penso di essere il primo e se non il primo uno dei POCHISSIMI in Italia a voler fare un quadro chiaro sul problema delle alghe nel Mar dei Caraibi.
Partiamo col dire che in realtà queste alghe ci sono sempre state in Riviera Maya, soprattutto lungo la costa del Quintana Roo. Questo fenomeno si verificava in certi periodi dell’anno, per lo più nei mesi caldi.
Il momento migliore per evitare le alghe?
Normalmente il periodo per evitare le alghe è da Novembre a Marzo ma adesso purtroppo il preblema è diventato pressochè cronico… però sicuramente nel periodo sopracitato avrete statisticamente meno probabilità di incontrare alghe…
Ma come mai il problema è così peggiorato negli ultimi anni?
Les explico todo, vamos por partes:
Cosa è il “Sargazo“?
Innanzitutto il Sargassum è di due tipi, natans e fluitans: è un’alga che galleggia, come si può evincere dai suoi nomi scientifici, si riproduce appunto durante questo galleggiamento e viene trasportata dalle correnti dell’oceano per distanze immense!
Da dove viene?
Tutti almeno un volta avremo sentito nominare il Mar dei Sargassi, soprattutto a scuola no?
è un’area dell’Oceano Atlantico ricca di Plancton e Sargassum.
Bene ecco le due teorie più accreditate ad oggi.
Prima teoria: Dal 2011 i ricercatori di biologia marina hanno riscontrato lo sviluppo e la formazione di un’area simile al mar dei sargassi proprio davanti alla costa del Brasile. Questa anomala formazione di alghe si ritiene sia dovuta all’abuso di fertilizzanti chimici che dai campi coltivati finiscono nel Rio delle Amazzoni e che il fiume riversa nell’Oceano Atlantico.
La corrente ascendente del Golfo porta tale alghe al nord mentre la corrente discendente del mar dei Sargassi porta altrettante alghe verso sud. Questi due flussi si incontrano praticamente in prossimità del Mar dei Caraibi, qui le alghe si riproducono esponenzialmente grazie anche all’acqua molto calda di questa zona la cui temperatura è oltretutto mediamente aumentata negli ultimi anni a causa del surriscaldamento globale.
Infine questi flussi “alghiferi” una volta superato il Mar dei Caraibi salgono fino al Golfo del Messico e qui le alghe si rafforzano ulteriormente a causa dei fertilizzanti chimici riversati dal fiume Mississipi.
Da qui le alghe riprendono il cammino verso il loro punto di origine e poi ricominciano il ciclo da capo…questo fenomeno prende il nome di “moderno ciclo del sargazo“.
Seconda teoria: Nel 2010 vi ricorderete probabilmente il disastro della piattaforma petrolifera nel golfo del Messico dalla quale fuoriuscirono l’equivalente di milioni di barili di petrolio. In aggiunta per tentare di risolvere il problema furono riversati nelle acque degli agenti disperdenti come il corexit, sostanze utilizzate per dispedere gli idrocarburi in parti più piccole e per farli precipitare sul fondale marino. Questa GENIALATA ha permesso di eliminare visivamente il problema in superficie e di trasferire un problema ancor più grave sui fondali oceanici. Ovviamente tramite le correnti oceaniche questi idrocarburi sono sicuramente giunti sino al mar dei sargassi. Qui la teoria narra che tale disastro ambientale abbia talmente devastato l’ecosistema marino e le specie che si nutrivano dei sargassi, che queste alghe si sono riprodotte esponenzialmente senza più la presenza di tali oppositori naturali che consentivano l’equilibrio dell’intero ecosistema. Questo spiegherebbe il perchè dal 2011 in poi sono iniziate queste immense ondate di sargazo nel Mar dei Caraibi, sempre tenendo conto del ciclo oceanico precedentemente descritto.
Quali provvedimenti ha preso il Governo Messicano?
Ho assistito alla conferenza del 26 di Giugno del presidente Andrès Manuel Lopez Obrador e rissumendo il piano di governo è stato quello di costruire altre sargaceras, ovvero adattare imbarcazioni allo scopo di intercettare queste immense macchie di alghe galleggianti al largo della costa atlantica, recuperarle ed immagazzinarle. Al proposito di individuare il sargazo sono stati progettati e realizzati specifici radar dall’università di Baja California.
Altro provvedimento sarà l’acquisto di apposite barriere anti sargazo che dovranno essere installate a una certa distanza dalle coste affichè le alghe si accumulino in prossimità di tali barriere per essere poi facilmente recuperate dalle sargaceras.
Attualmente le contromisure adottate sono barriere poste lungo la costa e piccole sargaceras che navigano lungo tale barriere dove si accumula in superficie il sargazo e tramite i loro nastri trasportatori immagazzinano le alghe per poi trasportarle fino ai centri di smaltimento sulla terra ferma.
Ma lo smaltimento delle alghe?
Ad oggi ogni tipo di smaltimento è in via del tutto sperimentale.
si stanno studiando metodi per impiegarlo in agricoltura come fertilizzante e addirittura nell’edilizia per realizzarne dei veri e propri mattoni.
Vedremo più avanti e vi terrò aggiornati su come il governo messicano intenda procedere con lo smaltimento.
Ma è solo un problema per il turismo?
Assolutamente no! E’ un grave problema per l’intero ecosistema del Mar del Caribe che viene alterato sia dal punto di vista della flora che della fauna marina.
Le grandi macchie di sargazo impediscono alla luce solare di penetrare fino al fondo dell’oceano e questo fenomeno sta uccidendo l’erba di mare (pasto marino) che è la principale fonte nutritiva di molte specie.
Il corallo della barriera corallina si sta ammalando del così detto sbiancamento corallino, nelle zone dove la concetrazione delle alghe è maggiore.
Anche la riproduzione delle tartarughe marine è in pericolo perchè la tartarughine appena nate trovano molta più difficoltà nel raggiungere il mare nelle zone più affettate dalla piaga delle alghe.
Come evitarle al 100%?
Fortunatamente il modo per evitarle esiste…
A causa delle correnti marine ci sono delle spiagge che sono davvero devastate dalle alghe…mentre ci sono altre spiagge completamente sargazo free… degli esempi?
Islas Mujeres, Contoy, Holbox e Cozumel.
In teoria a nord di Cancun il fenomeno è molto minore però non è possibile avere la sicurezza assoluta di non trovare alghe nel periodo in cui andrete precisamente voi in Messico.
Poi ci sono infiniti posti strepitosi dove farvi un bel bagno, se il mare è pieno di alghe perchè non andare a conoscere qualche Cenote? Perchè non concedervi qualche giorno sulla Laguna di Bacalar? Insomma le alternative ci sono basta conoscere la situazione ed affidarsi a chi si tiene costantemente aggiornato su tutta questa spiacevole vicenda.
Per concludere cosa vi consiglio?
Un paio di giorni a Tulum o Cancun per poter fare qualche escursione tipo appunto le rovine del sito archeologico di tulum sul mare, qualche cenote se non lo avete visitato prima, Las Coloradas, Bacalar, ma anche per poter uscire la sera e conoscere così la movida locale…e poi parte finale della vacanza relax puro su un’isola (a voi la scelta).
Uguale per il Belize magari venite da un viaggio itinerante molto stancante…giratevi qualche atollo e relax totale a Los Cayos de Belize.